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Venerdì, 09 Febbraio 2024 09:50

MICROFONO PER IL VOICE OVER: QUALE COMPRARE?

Qual è il miglior microfono da acquistare per fare Voice Over nel proprio studio personale?
Tutti o nessuno. Per meglio dire: sarà meraviglioso il primo della lista nella tua ricerca Amazon!

Ho parlato brevemente di questo tema grazie a... #ammiocuggino 
Se non fosse stato lui a chiedermelo forse non ne avrei parlato. O forse sì!

 

Guarda e ascolta qui il tema: "Microfono per il Voice Over: quale comprare?"

 

*i video #ammiocuggino si riferiscono a fatti o episodi personalmente vissuti. 
trattati con ironia :)

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Mi chiamo Daniele Campanari, sono laureato in Scienze e Tecnologie della Comunicazione alla Sapienza di Roma e sono un doppiatore pubblicitario professionista e un Voice Over artist. Puoi ascoltare la mia voce in tutta Italia e nel mondo. Ogni giorno mi metto al servizio per grandi e piccole imprese. La mia voce viene scelta per campagne pubblicitarie nazionali in TV, su canali Mediaset e satellitari; e radiofoniche in onda su Rtl 102.5, Radio 105, Radio 24, Radio Rai, Radio Italia. Ho lavorato per TIM, Mulino Bianco, IKEA, Trivago, ENI, Sky, Michelin, Edison, UCI Cinemas, Del Monte, Leo Vegas, Omron e molti altri. Il mio portfolio clienti è sempre in aggiornamento.

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Stai cercando un Hotel per trascorrere le vacanze estive ma non sai scegliere quello che fa per te? Fatti aiutare da Trivago!
Sì, sembra proprio che ti stia "vendendo" qualcosa... ma non è così!
Voglio solo parlarti del nuovo spot 2023 di Trivago, quello che dal 25 giugno è in onda sulle reti Rai e Sky, oltre che su tanti altri canali nazionali.


Hotel? Trivago!
Quante volte hai sentito alla Tv o in radio questo "fortunato" claim. Ebbene, la voce che te lo dice... sono io! Per la terza volta negli ultimi anni Trivago, motore di ricerca di comparazione prezzi hotel e viaggi, ha scelto la mia voce per la sua campagna pubblicitaria in Italia.

 

guarda anche:

Spot Digital Head & Shoulders

Spot Uci Cinemas

Spot Wave 3  

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Mi chiamo Daniele Campanari, sono laureato in Scienze e Tecnologie della Comunicazione alla Sapienza di Roma e sono un doppiatore pubblicitario professionista e un Voice Over artist. Puoi ascoltare la mia voce in tutta Italia e nel mondo. Ogni giorno mi metto al servizio per grandi e piccole imprese. La mia voce viene scelta per campagne pubblicitarie nazionali in TV, su canali Mediaset e satellitari; e radiofoniche in onda su Rtl 102.5, Radio 105, Radio 24, Radio Rai, Radio Italia. Ho lavorato per TIM, Mulino Bianco, IKEA, Trivago, ENI, Sky, Michelin, Edison, UCI Cinemas, Del Monte, Leo Vegas, Omron e molti altri. Il mio portfolio clienti è sempre in aggiornamento.

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Studio, attrezzatura tecnica, test acustici, investimenti, aggiornamenti. E ancora: partita iva, fatturazione, comunicazione, social media. Pensavi che fosse facile lavorare con la voce, eh?! E se scegli di essere un libero professionista - ossia un cane sciolto ma disponibile a mangiare croccantini anche nelle case degli altri - il percorso è ancora più impegnativo. E non è finita. L’altro giorno un giovane collega mi ha chiesto di illuminarlo sul tema delle royalties che vanno riconosciute a un interprete-esecutore di comunicati pubblicitari, voice over, documentari, ecc. Il tema è vasto e variegato. Ma prima di addentrarci nell’oscurità della selva dobbiamo chiarire tre aspetti fondamentali:

cosa sono i diritti?
a chi vanno riconosciuti?
come vanno calcolati?

Chiariamo una questione importante ma troppe volte ignorata. Eppure potenzialmente determinante per moltiplicare il fatturato di un doppiatore pubblicitario.

 

 

DIRITTI E CONNESSI: MA PER QUANTO TEMPO?

Il tema dei diritti spesso viene ignorato. Ma una cosa è certa: i diritti - anche detti royalties - vanno riconosciuti. Sempre. Ancora di più in alcuni casi che vedrai tra poco.
Chiarito questo, possiamo rispondere alla prima delle domande:

cosa sono i diritti?

I diritti sono corrispettivi economici - aggiunti alla realizzazione del progetto - che devono essere riconosciuti all’interprete-esecutore di comunicati commerciali a diffusione nazionale trasmessi su radio e Tv. Non solo. I diritti vanno calcolati anche su lavorazioni destinate ai siti web e ai social network.
Facile? Non proprio. Perché bisogna sapere dove e quando!
Che cosa significa e come si calcolano i diritti lo vedrai tra poco.
Intanto ti faccio notare che esiste la legge 80/41 basata sulla protezione del diritto d’autore. Questo è il passaggio che ci interessa:

“l'artista interprete o esecutore, anche in caso di cessione del diritto di noleggio ad un produttore di fonogrammi o di opere cinematografiche o audiovisive o di sequenze di immagini in movimento, conserva il diritto di ottenere un'equa remunerazione per il noleggio concluso dal produttore con terzi. Ogni patto contrario è nullo.”

Questo è un passaggio determinante per rendere giustizia alla questione dei diritti. Perché a chi ci mette la voce spetta un riconoscimento economico oltre all’interpretazione e alla convocazione se prevista. Questo riconoscimento va concordato a valle del progetto. Non dopo! Ed è regolamentato - oltre che dalla legge - anche da associazioni che si occupano di tutelare il nostro lavoro. Che tu ne faccia parte o meno non è fondamentale. Ma è importante conoscerne l’esistenza e il settore d’applicazione.
Dunque ricorda il passaggio che hai letto poco fa, riferisci al committente e impugna la legge in caso di controversia!
Perché può capitare che i diritti non ti vengano riconosciuti a meno che non sia tu a chiederli.

COME SI CALCOLANO I DIRITTI?

Quindi analizziamo un altro punto della questione. Come si calcolano i diritti?
Prima di tutto devi sapere dove è destinato il progetto. Se il video a cui hai prestato la voce è destinato al sito web del cliente è un conto. Ma se la sua destinazione è la Tv nazionale è un altro conto. E ti assicuro che il tuo portafoglio sarà felice di avere notizie.
Prendendo in considerazione la seconda ipotesi - Tv nazionale - sappiamo che il trattamento economico riversato sui diritti varierà in base al periodo di messa in onda e su quali canali. I canali della nostra Tv nazionale sono Rai 1, 2, 3; Rete 4, Canale 5, Italia, La7, ecc. Mentre Sky - pur essendo una piattaforma a diffusione nazionale - ha delle variazioni.
Ti faccio un esempio:

 

Spot pubblicitario da 30”
Destinazione Tv nazionale
5 canali (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Canale 5, Italia 1)
Durata 4 settimane
Costo: 1000 euro

 

Mille euro è quanto incasserai per questo progetto. Al quale dovrai aggiungere circa 200 euro se è prevista la convocazione.
Ti sembrano tanti? Forse perché non immagini quanto investe un’azienda per pubblicizzare i propri prodotti sulle Tv nazionali…

In ogni caso si tratta di un esempio. E in quanto tale è soggetto a personalizzazioni dettate dal rapporto col cliente, prezzo forfettario e quant’altro.
Il mercato è in continua evoluzione e complice la difficile reperibilità di informazioni si rischia di cadere a picco ancora prima di cominciare.
Per questo è bene informarsi e farsi trovare pronti all’appuntamento.

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Giovedì, 15 Luglio 2021 08:50

QUALITÀ DEL SUONO: IL BOX INSONORIZZATO

Voci educate, attraenti. Uno studio e una preparazione tale che consentono di svolgere il mestiere di speaker e doppiatore. Ma c'è un problema, ed è spesso ripetuto: il suono. Non mi riferisco a quello della voce, piuttosto al suono riprodotto dall'ambiente di registrazione.

 "Chi dice che la voce sia tutto… sbaglia. Oppure mente."

Già. Perché oltre alla voce ci sono le emozioni e le intenzioni che trasmettiamo con un messaggio. Ma anche, appunto, l’ambiente di registrazione. Che deve essere curato, trattato; insomma deve essere di qualità per sfidare - e magare anche abbattere - la concorrenza sempre più agguerrita. È l’esercito degli speaker - aspiranti o meno - che ce lo impone per guadagnare quella fetta di mercato facendola diventare nostra. Per sempre.
Attenzione: siamo sempre nel campo dello smart working, ossia del lavoro svolto in uno studio di registrazione personale. Non mi riferisco quindi ai vari studi dislocati in Italia. Anche perché ormai è sotto gli occhi di tutti che il nostro lavoro, più in generale quello del voice over, può essere svolto in smart working.

QUALITÀ DEL SUONO

Smart working però non è traducibile come un lavoro di scarsa di qualità. Ecco perché torno a ripetere che è fondamentale lavorare su tutti gli aspetti del proprio mestiereNon è casuale il fatto che io pensi sempre a come migliorare la qualità del mio servizio, aggiungendo qualità a un prodotto che era già di qualità. L’ultimo upgrade per il mio studio di registrazione è il box insonorizzato.
L’ho scovato in Spagna, precisamente a Madrid, dove ha sede ed è operativa l’azienda DemVox. Grazie a loro ho portato nel mio studio di registrazione un meraviglioso box Eco100, il più piccolo della serie. Piccolo però non vuol dire meno performante, anzi. La qualità costruttiva è sempre la stessa (legno, materiali assorbenti e fonoisolanti).

MIGLIORI PRESTAZIONI 

Spostando le incisioni nel box ho confermato che era possibile aggiungere qualcosa in più al mio lavoro. Dando maggiore valore all’espressione artistica e al suono, consentendo a un microfono come il Neumann u87 di esprimersi al meglio delle sue caratteristiche. L’abbattimento acustico si aggira intorno ai 40db. Vale a dire che i rumori esterni non saranno uditi. E nessuno potrà ascoltare cosa stai registrando. In sostanza: è un acquisto giusto? Direi di sì. Se vuoi dare il massimo nel tuo lavoro e offrire il meglio ai clienti.

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Hai presente quando sei su una pagina web e si apre quel pop-up che ti informa di essere il millesimo visitatore? Ecco, in questi giorni stavo osservando l’archivio dei lavori a cui ho preso parte e mi sono accorto di aver raggiunto - e superato - la cifra dei 1000 spot registrati. Parlo soltanto di spot pubblicitari e non sto considerando quelli destinati alla televisione; oltre agli e-learning, documentari, voice over, doppiaggi e altre produzioni. Tagliato il traguardo ho pensato alla domanda posta dai diversi allievi del mio corso di dizione: come hai fatto?

FIDATI DI COSTANZA

Come ho fatto? Se fossimo nell’ambiente del marketing parleremmo di Segreto per raggiugere il successo. Ma io non ho segreti da svelare e tantomeno misteri nascosti. Ti dico semplicemente le cose come stanno. Fidati di costanza, quindi. Costanza non è una bella donna dalle forme generose ma una tra le vie da percorrere per chi svolge il mestiere di speaker e doppiatore. Costanza è quella via a cui devi puntare quando ti approcci a questa professione. Ed è la via che devi continuare a percorrere se ne fai già parte. In altre parole: devi dedicare tempo davanti al microfono. Devi conoscere il microfono e fare in modo che lui conosca te, la tua voce e i tuoi sentimenti. Questo è un patto d’amore. Ma se costanza fosse una donna è così che dovrebbe essere.

AMA IL TUO LAVORO

La metafora dell’amore mi sembra la più azzeccata quando si parla del nostro lavoro. Perché questa è una professione bellissima ma ha anche dei difetti che, talvolta, individuiamo come ostacoli. Questo mestiere ha bisogno di tanto calore. Quindi non dirò una c******a se dico che questo lavoro si esegue prima di tutto col cuore. Dopo c’è la testa, chiaro. Poi la voce. Ma è sempre di anima ed emozioni che parlo. Voglio dire che per dare voce a migliaia di cose significa che hai dato l'anima per il tuo lavoro. E l’anima ha bisogno di essere alimentata dalla costanza per ottenere il risultato che desideri.

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Se invece vuoi avere informazioni sul mio CORSO DI DIZIONE invia una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Sabato, 27 Febbraio 2021 09:21

CORSO DI DIZIONE? OK MA... QUELLO GIUSTO

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai di fronte a un volantino oscuro, ché la diritta via era smarrita. Una citazione di Topolino? Non proprio.
È un noto verso della Divina Commedia di Dante Alighieri che ho preso in prestito per parlare di un fenomeno che - purtroppo - si sta espandendo a macchia d’olio. Sto parlando dei corsi di dizione.

CORSI DI DIZIONE OVUNQUE!

Già. Sembra che i corsi di dizione siano proprio ovunque. E il problema è che vengono erogati da chiunque. Ti sarà capitato di vedere uno di quei volantini appiccicati sui pali della luce che ti invita a partecipare a un non meglio identificato Corso di Dizione. E non sai neppure chi è l’insegnante. Sicuramente ti è capitato anche di scorrere la home di Facebook o Instagram e imbatterti in sponsorizzate come “Vuoi imparare a parlare bene? Iscriviti al corso di dizione di Pinco Pallino!”. Peccato che Pinco Pallino fino a ieri faceva il meccanico. C’è un problema, Houston. E il problema sei anche tu.
Ecco perché ho deciso di parlare dei corsi di dizione, della loro curiosa esplosione e di come difendersi dal lato oscuro della materia al fine di uscire dalla selva in cui, ahinoi, ci siamo imbattuti.

DIZIONE? OK SE A INSEGNARE È UN PROFESSIONISTA

La dizione è una materia che studia il linguaggio. Oppure: è la maniera di pronunciare le parole. E ancora: è il modo in cui vengono articolati i suoni. Queste definizioni sono tutte giuste. Ma semplificando il discorso diciamo che la dizione è una lingua. La dizione è la lingua italiana ma detta in maniera corretta. Senza inflessioni dialettali. E senza quei problemi di comprensione derivati da un’articolazione discutibile. Insomma potremmo dire che la dizione è talmente tanta roba da non poter essere una materia affidata agli insegnamenti di chiunque. Ed è qui che casca l’asino: basta fare un rapido giro del web o dei social per averne la conferma. Puoi trovare pubblicità sponsorizzate, pagine sponsorizzate e altre porcherie sponsorizzate che farebbero bella figura solo in una teca oscura. Quindi il problema sorge quando a erogare un corso di dizione non è un professionista. Il nostro ha sentito dire in giro che con i corsi di dizione si guadagna e anche bene. E può essere vero. Quindi ha deciso, di punto in bianco, di insegnare a parlare bene. Ma siamo sicuri che debba essere lui il tuo insegnante?

CHI (NON) SCEGLIERE

Beh, capire chi non scegliere è più facile di quanto si creda. Se vuoi imparare a parlare bene non devi scegliere una persona che commette errori di dizione (sì, tra i video sponsorizzati trovi gente che propina corsi di dizione parlando in… milanese!!!). Ma non devi scegliere neppure chi parla come un ròbot. La dizione non è una scienza esatta ma solo un modo di parlare correttamente. E siamo noi a decidere quando parlare in dizionese. Decidiamo di farlo switchando da un linguaggio all’altro, dal linguaggio quotidiano a quello - per così dire - professionale. Ecco perché devi scegliere un professionista che ha realmente a che fare con il linguaggio corretto. Quindi devi scegliere una persona che parla bene per mestiere. Che sia attore, speaker, speaker pubblicitario o doppiatore: l’importante è il concetto ripetuto ogni giorno. Insomma devi scegliere un insegnante che lavora con la voce. Cerca i suoi lavori, indaga sulla sua professione. Quindi guarda il suo curriculum e parlaci se puoi. Se è quello giusto capirai che quella che insegna è davvero la sua vita. Così uscirai dalla selva oscura di… Topolino!

IL CORSO DI DIZIONE

A questo punto hai capito dove buttare quel volantino appiccicato al palo della luce.
Se vuoi avere informazioni sui miei corsi di dizione scrivimi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
I corsi si svolgono anche online.

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Alcuni giorni fa ho visto il video di un talentuoso aspirante speaker e doppiatore che con la telecamerina dello smartphone ha registrato una sua performance mentre si cimentava nella lettura di una poesia o di uno spot pubblicitario. Il video è stato pubblicato su Facebook, Instagram o è arrivato direttamente nella mia posta. Non è questo l’importante. L’importante è che questo aspirante speaker e doppiatore è bravo, ha una bella voce*, e riesce addirittura ad applicare delle regole fondamentali del mestiere. Ma ha un problema. Dice: qual è il problema?  

Il problema di questo talentuoso aspirante speaker e doppiatore è il suono riprodotto dalla sua performance. È un suono “ambientale”, ai limiti del cavernicolo. Siamo in cameretta, infatti. E questo è luogo in cui il nostro passerà la notte sognante sperando di diventare un professionista del settore.
Dicevo, dunque, che il problema è l'ambiente.
Tutti sanno che avere un buon suono equivale a indossare una camicia stirata, la stessa che metterai al colloquio di lavoro. Un buon suono è quindi il proprio biglietto da visita. E non parlo del suono della voce, quello viene dopo. Parlo dell'ambiente che circonda la nostra performance. Non a caso la prima cosa che viene decretata professionale o poco professionale è proprio il suono. E avrei esempi concreti di speaker scartati a priori - seppur tecnicamente bravi - proprio perché si sono presentati all’appuntamento con la camicia sgualcita. Che nel nostro caso è un suono orribile.

Quindi dirò che la prima regola per entrare a far parte - e sopravvivere a lungo - nel mondo del voice over è avere un buon suono. Siamo nel campo dello smart working, chiaramente. Smart working che, per inciso, abbiamo inventato noi molto tempo prima che arrivasse la pandemia da coronavirus. Dice: come ottengo un buon suono?
Semplice. Basta occuparsi dell'insonorizzazione del posto in cui abbiamo deciso di dare voce al nostro talento. Dunque dovrai occuparti dei riflessi vocali che normalmente rimbalzano da parete a parete e da pavimento a soffitto. Potrai attaccare pannelli insonorizzati alle pareti se registri in una stanza adatta alla ricostruzione, oppure potrai usare gli stessi pannelli insieme a delle tende insonorizzanti chiudendoti come se fossi in un camerino. L'alternativa è acquistare una cabina insonorizzata. Più professionale sarà l’idea, più contributi economici dovrai prevedere.

Ma ricorda: l'ambiente in cui registri è la tua camicia stirata. Un microfono super professionale e costoso come il Neumann U87 che uso io, insieme alla scheda audio Apollo Twin, non faranno di te un professionista se trascuri i dettagli. E i dettagli fanno la differenza.   

*avere una "bella voce" non significa niente

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Come si diventa speaker e doppiatori?
È la domanda che contiene al suo interno il maggior numero di risposte possibili e immaginabili. Ma la buona notizia è che - almeno - una risposta c'è.

Voglio rispondere al quesito con un articolo dopo aver ricevuto diversi messaggi da parte di ragazzi che vorrebbero fare gli speaker e i doppiatori ma non sanno da dove iniziare. Quindi sarò chiaro, diretto e sincero dividendo in tappe il percorso che conduce alla realizzazione del sogno. Prima però facciamo una distinzione.

Che differenza c’è tra uno speaker pubblicitario e un doppiatore?

Lo speaker pubblicitario si occupa - in termini generali - di dare voce ai comunicati destinati a televisione e radio. Peculiarità di questa figura è la duttilità, ossia saper interpretare un testo con intenzioni e intonazioni diverse. Doppiatore è invece colui che si sostituisce vocalmente all’attore in video utilizzando la tecnica del sync. Bada bene, ho detto che si sostituisce. Il doppiatore fa quello che è stato fatto dall’attore da doppiare, ma in un’altra lingua.  
Fatta questa dovuta precisazione è bene sottolineare che, in fondo, sia lo speaker pubblicitario che il doppiatore sono veri e propri attori. E non esiste una grandissima differenza tra le due figure, tanto che lo speaker in ambito pubblicitario viene definito doppiatore pubblicitario.
Adesso veniamo al dunque.

Come si diventa speaker pubblicitari o doppiatori?

Partiamo dal presupposto che non esiste una via uguale per tutti. Esistono piuttosto diverse strade che portano al successo, un po’ come si dice quando tutte le strade portano a Roma. Dove, tra l’altro, va in scena la parte massiccia del doppiaggio cinematografico.
Quindi passiamo ai fatti. Quelle che seguono saranno le tappe da percorrere per diventare doppiatori.

Le tappe

  1. Iscriversi a un corso di recitazione teatrale

Diffidate da chi dice che un doppiatore non sia un attore, perché è esattamente il contrario. D’altronde è la parola stessa che rimanda a questo concetto: doppiat(t)ore. Quando ci si trova agli esordi del sogno imparare a recitare è determinante se si vuole speakerare un comunicato pubblicitario o doppiare un attore del cinema. Cerca quindi una scuola di recitazione professionale vicino alla tua città o che hai scelto per il tuo futuro. Quindi assicurati che gli insegnanti siano veri professionisti.

  1. Iscriviti a un corso di dizione e impara a parlare bene

Alcune scuole di teatro propongono all’interno del proprio percorso propedeutico alla recitazione anche un corso di dizione. Ma se la scuola che hai scelto non ce l’ha, non preoccuparti: trova un corso di dizione e impara a parlare bene. Una volta iniziato il percorso non smettere mai di parlare in dizionese, una nuova lingua che entrerà nel tuo background e che sarà determinante quando inizierai a lavorare seriamente. 

  1. Il corso di doppiaggio o speakeraggio pubblicitario

Parallelamente alla frequentazione del corso di recitazione e di dizione puoi iscriverti a un corso di doppiaggio o speakeraggio pubblicitario. Se vuoi fare il doppiatore devi conoscere le tecniche di doppiaggio che vanno dal sync all’uso della cuffia, dall’interpretazione di un testo fino all’incisione di un anello. Tutte cose che imparerai frequentando un corso di doppiaggio. Quindi un suggerimento: cerca un corso che sia tenuto da un doppiatore che diriga anche il doppiaggio. In questo modo le possibilità di mettere in pratica ciò che hai imparato potrebbero raddoppiarsi.

  1. L’allenamento

Hai mai visto Cristiano Ronaldo saltare un allenamento? No. CR7 si allena anche a casa ed è uno dei più forti calciatori del mondo anche per questo. Dunque una volta studiato ed acquisito le conoscenze del mestiere devi mettere in pratica ciò che hai imparato. Come? Allenandoti a casa, prima di tutto. Acquista un buon microfono, una scheda audio, ed esercitati interpretando a tuo modo pubblicità famose; oppure doppia il personaggio della tua serie tv preferita. E quando ti sentirai pronto proponiti alle agenzie di speakeraggio o ai direttori di doppiaggio. In entrambi i casi il risultato finale non è garantito. Ma lo studio, l’impegno, la costanza e la determinazione premiano sempre.

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Immaginiamo di dover comprare una nuova lavatrice. Dobbiamo comprarla perché quella che usavamo fino a ieri si è rotta. Puntavamo molto su di lei, avevamo pensato a un futuro insieme tra coppie di calzini introvabili e t-shirt biancoverdi per errore. Ma non è così: la lavatrice piange un colore azzurro detersivo dal suo unico grande oblò. Porca paletta! Adesso per comprare una lavatrice nuova dobbiamo tirare fuori i soldi. 
Consumato il dramma, quanto siamo disposti a spendere per avere una nuova lavatrice?

SPEAKER E LAVATRICI 

È una tragedia economica, certo, però bisogna pur guardare avanti. Magari in direzione del rivenditore di lavatrici. Ora non voglio paragonare speaker e doppiatori alle lavatrici - va be, lo sto facendo! - anche se con determinate abilità i nostri possono trasformare il tuo video da così a così. Comunque la riflessione punta all’aspetto economico: quanto siamo disposti a spendere per uno speakeraggio professionale?
Prima però torniamo alla lavatrice. Immaginiamo, ancora, di essere di fronte a due diverse lavatrici: una è silenziosa e tecnologica; l’altra è rumorosa e fuoritempo. Eppure entrambe sono bianche, sembrano uguali! Potremmo pensare allora che le due lavatrici si comportino allo stesso modo. In fondo sono lavatrici e devono fare quello per cui sono nate, cioè lavare i panni sporchi. Però, amico mio, non è così.

LAVATRICE PROFESSIONALE O NON PROFESSIONALE 

La prima lavatrice, che per convenzione chiameremo Uno, ha caratteristiche attuali ma un costo importante. La seconda lavatrice, che qui chiameremo Due, ha rare qualità tecniche ma costa decisamente meno dell’altra. Ora si decide il futuro del nostro acquisto.
Compreremo una bella lavatrice o una brutta lavatrice?
Compreremo una voce professionale o una voce non professionale? 
Difficile rispondere univocamente: ognuno ha un personale pensiero e anche un proprio budget. La cosa importante è comprare con consapevolezza.
Ma se comprassi la Uno avrei un risultato garantito. Perché usa materiali tecnici professionali e la sentiamo bene anche soltanto avvicinando l'orecchio all'oblò. L’acquisto sarà un investimento sicuro e a lungo termine.
Qualora comprassi la Due invece - che ha un assemblaggio approssimativo e produce un suono sgradevole oltre a creare un effetto rimbombo -  dovrei fare i conti con un prodotto scadente che, nel breve periodo, sarà sostituito. Dice: l’ho pagata poco! Eh, amico mio: vale poco.

SPEAKER DA 10 EURO 

Adesso smetto di parlare di lavatrici. Parliamo di speaker e doppiatori. Purtroppo in alcuni luoghi loschi di questo splendido settore esiste la tendenza a concludere la compravendita a basso costo. Parlo di costi equivalenti a due panini. Qualora non fosse chiaro il prezzo dei panini, dico che non si può vendere uno speakerato a 10 euro. Puoi acquistarlo, certo, ma non avrai un buon risultato. Perché lo speaker che si è venduto a 10 euro varrà 10 euro. Mi dispiace per lui ma non esiste ragione che mi faccia dire il contrario. Così come lo speaker venduto, che so, a 100 euro varrà esattamente la cifra che hai acquistato. Ci sono diversi motivi per cui dico questo. Ma non li tratterò adesso, dovrai pazientare l'uscita della prossima chiacchierata. 
Nel frattempo ti invito a fare una prova. 
Contatta due speaker: un professionista e un non professionista. Quindi confronta il percorso lavorativo, valuta il passaggio in questo mondo artistico, ascolta i lavori recenti e verifica con quali strumenti tecnici confezionano il prodotto che hai chiesto. Se vuoi ottenere un risultato professionale devi rivolgerti a un professionista. E il professionista costa quanto una lavatrice silenziosa e tecnologica. Perché sa dare molto più colore alle parole.

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Lunedì, 23 Marzo 2020 20:10

I DOPPIATORI RESTANO A CASA... PER DOPPIARE?

Lo chiamano Smart Working perché Lavorare da casa suona troppo italiano. Linguaggio a parte, questo è uno dei grandi temi del periodo emergenza coronavirus. I decreti governativi vengono aggiornati di giorno in giorno, le restrizioni diventano sempre più importanti e impotenti assistiamo alla chiusura di piccole e grandi attività. Tra queste figurano gli studi di registrazione e doppiaggio, giustamente considerati “poco necessari” quando la salute occupa il primo posto. Applicato il lucchetto alle sale, come se la cavano gli speaker e doppiatori?

#LORORESTANOACASA

Restano a casa, chiaramente. Però come si direbbe verso Houston, abbiamo un problema. Il problema è che a casa non si lavora. Sembrerebbe. Lo chiamano Smart Working perché ammettere che si tratta di routine per alcuni è fin troppo specifico. Per questi, infatti, lavorare da casa è un’abitudine consolidata. I nostri hanno una scrivania sulla quale poggiare un computer, un microfono e una scheda audio; uno studio recording trattato acusticamente. Fanno tutto (o quasi) da lì. La somma delle cose dà per risultato un luogo, e un luogo è un fatturato che, per i professionisti, è l’ideale seguito di una comprovata produzione vocale.

DOPPIARE DA CASA, SI O NO?

Ma nelle ultime ore assistiamo allo scontro invisibile tra il covid-19 - un potente stronzo - e il grande dubbio legato alla possibilità di continuare - o iniziare - a produrre vocali anche tra le mura domestiche. E non parlo di WhatsApp. Eppure si tratta di un dubbio che pare abbia tolto il sonno alle grandi produzioni. Quindi: se le sale sono chiuse, a chi viene affidato il lavoro? 

La domanda non è scontata, anzi, ha accesso un dibattito interessante. Ed è il motivo per cui ne sto scrivendo.
Possono i doppiatori doppiare da casa?
La risposta, per me, è sì. Ma a piccole dosi.

NON È DOPPIAGGIO SUL DIVANO

Chi ha investito molti soldi per allestire uno studio di registrazione personale sa come si svolge il mestiere da speaker e doppiatore. Perché prima di realizzare uno studio è passato per le sale di registrazione o doppiaggio, e continua a passarci perché una presenza non esclude l’altra. Quindi sa di cosa parla. Per questo dico che doppiare da casa è possibile ma solo in parte.
Cosa possiamo doppiare, allora, dal nostro studio?
Pubblicità e altre produzioni che non hanno bisogno di un impiego lungo e ferocemente attoriale. Anche se in sync, il problema non è questo. Parliamo sempre di doppiaggio, ma non è il grande doppiaggio cinematografico che ci ha reso celebri.

Inoltre se prevedessimo di doppiare TUTTO da casa, per assurdo il personaggio principale di un grande film, verrebbe meno la catena umana che si sintetizza nel lavoro del doppiatore. A casa il doppiatore sarebbe abbandonato a sé stesso; nessun direttore a dirigerlo e nessun fonico a sistemare il fiato. Nessun assistente a confermare che sì, era buona quella frase!
Il doppiaggio è un affare per attori e ricco di tecnica. Non a caso si parla di tecnica del doppiaggio.
Da fuori il doppiaggio è sempre stato visto come un’arte applicata in una sala buia e insonorizzata, una sala dove viene eseguita una particolare magia. Doppiare dal proprio studio professionale è possibile, a patto che si verifichino tutte le condizioni.
Ma nessuno sarà così ingenuo da credere di trasferire - seppure momentaneamente - il mestiere del doppiatore in un altro luogo che non sia quello magico di una sala buia.

 

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DANIELE CAMPANARI
Doppiatore professionale - Voice over artist

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