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"Non ce l'ho!"
Risponde così uno dei protagonisti del nuovo spot di Head & Shoulders, in onda sulle reti Mediaset, a chi gli chiede se ha la forfora.

A rispondere - per dirla tutta - sono io. Alla mia voce infatti è stato dato il compito di doppiare il personaggio nella scena del nuovo spot televisivo. 
Una sola frase, ma netta e incisiva! 

Guarda e ascolta qui il nuovo spot di Head & Shoulders con la mia voce!

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Mi chiamo Daniele Campanari, sono laureato in Scienze e Tecnologie della Comunicazione alla Sapienza di Roma e sono un doppiatore pubblicitario professionista e un Voice Over artist. Puoi ascoltare la mia voce in tutta Italia e nel mondo. Ogni giorno mi metto al servizio per grandi e piccole imprese. La mia voce viene scelta per campagne pubblicitarie nazionali in TV, su canali Mediaset e satellitari; e radiofoniche in onda su Rtl 102.5, Radio 105, Radio 24, Radio Rai, Radio Italia. Ho lavorato per TIM, Mulino Bianco, IKEA, Trivago, ENI, Sky, Michelin, Edison, UCI Cinemas, Del Monte, Leo Vegas, Omron e molti altri. Il mio portfolio clienti è sempre in aggiornamento.

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Stai cercando un Hotel per trascorrere le vacanze estive ma non sai scegliere quello che fa per te? Fatti aiutare da Trivago!
Sì, sembra proprio che ti stia "vendendo" qualcosa... ma non è così!
Voglio solo parlarti del nuovo spot 2023 di Trivago, quello che dal 25 giugno è in onda sulle reti Rai e Sky, oltre che su tanti altri canali nazionali.


Hotel? Trivago!
Quante volte hai sentito alla Tv o in radio questo "fortunato" claim. Ebbene, la voce che te lo dice... sono io! Per la terza volta negli ultimi anni Trivago, motore di ricerca di comparazione prezzi hotel e viaggi, ha scelto la mia voce per la sua campagna pubblicitaria in Italia.

 

guarda anche:

Spot Digital Head & Shoulders

Spot Uci Cinemas

Spot Wave 3  

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Inutile negarlo: il Festival di Sanremo lo guardano tutti. E chi non lo guarda ne sente parlare: dalla televisione e dalla radio. Oppure dai social. Che non hanno perso un minuto di quanto accaduto al Teatro Ariston commentando canzoni, vestiti e trucchi in tempo reale. E questa sera accadrà lo stesso, in occasione della finale. E poi quest’anno c’è il Fantasanremo… quindi! Un motivo in più per sapere come andrà a finire.
C'è una cosa che però non tutti guardano, anzi, molto pochi, ed è la pubblicità. Quando c’è la pubblicità cambiano canale. Anche se va in onda il Festival di Sanremo.

Noi, in qualità attori-doppiatori, doppiatori pubblicitari e/o Voice Over Artist, la pubblicità la guardiamo eccome. Talvolta cercando quei particolari auditivi che non ci sono piaciuti; talatra per applaudire un collega. Qui è di spot pubblicitari che ti parlo. Più precisamente, degli spot pubblicitari che vanno in onda durante Sanremo.
Quanto spendono le aziende per pubblicizzarsi durante il Festival? E perché (se spendono così tanto) dobbiamo preoccuparci di ricevere una percentuale (quasi) insignificante rispetto alla cifra spesa?

IL GRAN FINALE DELLA PUBBLICITÀ

Questa, dunque, è la settimana del Festival della canzone italiana. Venticinque i big in gara: da Elisa a Gianni Morandi, fino a Mahmood e Blanco. Passando per La Rappresentante di Lista, Fabrizio Moro, Massimo Ranieri, Giusy Ferreri e tutti gli altri. Chi sarà il vincitore lo sapremo oggi (sabato 5 febbraio, ndr) quando è previsto il gran finale. Intanto, però, in attesa di sapere il nome del cantante trionfatore, diamo un’occhiata ai contorni di questo Festival. Quelli che ci interessano, chiaramente. Quelli che riguardano il nostro mestiere. Insomma possiamo dare un’occhiata (un orecchio, dovrei dire) agli spot pubblicitari.
Avrai fatto caso, quindi, alla pubblicità? Se sei del mestiere certo che sì, ci avrai fatto caso. E avrai notato - ne sono certo - che di pubblicità durante il Festival di Sanremo ce n’è abbastanza… anche se - più o meno - i blocchi sono sempre uguali. Almeno così è stato fino a giovedì. Ieri (venerdì) è spuntato qualche spot diverso. 
Perché? Lo vediamo subito.

FESTIVAL DI SANREMO: CIFRE DA CAPOGIRO PER GLI SPOT PUBBLICITARI

Perché quella di ieri era una serata diversa, c'erano le cover. Quindi, a livello di audience, niente era garantito. La vera attenzione del pubblico da casa è rivolta alle nuove canzoni, alla novità. Per questo motivo un'azienda può aver deciso di pubblicizzarsi durante le altre serate. Oggi, invece, in occasione della finale, è tutto diverso. Immaginiamo che ci sia stata una gara senza esclusione di colpi per esserci.
E poi c'è un'altra questione, quella dei costi. I costi sono molto alti. Sicuramente più alti del solito. Ma non tanto diversi rispetto a una portentosa campagna pubblicitaria sulle Tv nazionali. Va detto però che durante il Festival di Sanremo tutto cambia: l’audience è altissima, il target variegato e la possibilità di vendere il prodotto pubblicizzato raggiunge livelli altissimi.
Mettiamoci un attimo dalla parte di un’azienda sapendo che per fare pubblicità durante il Festival di Sanremo bisogna investire molti soldi.
Vediamo quanto:

 

Le telepromozioni, che durano da 45 a 60 secondi, costano 2 milioni e 30mila euro per un pacchetto unico. Quindi costano 406mila euro a serata. Capito?! Segnatelo.
Quelle più corte, i billboard, normalmente annunciate dalla frase “questo programma è presentato da”, costano poco meno di 27mila euro. Mentre i “classici” spot da 30 secondi costano, in media, 120mila euro a passaggio. A queste cifre riportate come esempio dovremmo aggiungere o sottrarre il momento della messa in onda, che varia in base all’orario e altri parametri.
Se vuoi approfondire la questione vai su Rai Pubblicità e consulta il listino.

 

 

IL TUO LAVORO VALE DI PIÙ

Capito come vanno le cose, caro collega o aspirante tale?!
Se ancora hai dubbi, se pensi di guadagnare troppo o troppo poco quando il tuo Voice Over finisce su una o più reti nazionali, ricordati del Festival di Sanremo e dei suoi costi. Ricordati quanto investe un’azienda per farsi notare in Tv. E tieni presente che soltanto una piccola percentuale di quell’investimento pubblicitario finisce a te. Diciamo… 1000 euro su 30mila?!
E la tua voce è un fattore determinante per la riuscita dello spot

Chiaro?!
Allora non accettare di essere pagato 20, 30 o 50 euro solo perché la tua voce finisce in Tv! Chi lo fa… beh non posso scrivere parolacce… ma chi lo fa è un gran… ok, ci siamo capiti amico.

Ti conviene stare dalla parte dei professionisti e fare il prezzo giusto. Infine rifletti. Rifletti di nuovo sul fatto che quello che guadagna un doppiatore pubblicitario è una minima parte rispetto a quello che paga l’azienda per pubblicizzarsi in televisione.
E tu non costi tanto… tu vali tanto!

 

 

 

Mi chiamo Daniele Campanari, sono laureato in Scienze e Tecnologie della Comunicazione alla Sapienza di Roma e sono un doppiatore pubblicitario professionista e un Voice Over artist. Puoi ascoltare la mia voce in tutta Italia e nel mondo. Ogni giorno mi metto al servizio per grandi e piccole imprese. La mia voce viene scelta per campagne pubblicitarie nazionali in TV, su canali Mediaset e satellitari; e radiofoniche in onda su Rtl 102.5, Radio 105, Radio 24, Radio Rai, Radio Italia. Ho lavorato per TIM, Mulino Bianco, IKEA, Trivago, ENI, Sky, Michelin, Edison, UCI Cinemas, Del Monte e molti altri. Il mio portfolio clienti è sempre in aggiornamento.

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Studio, attrezzatura tecnica, test acustici, investimenti, aggiornamenti. E ancora: partita iva, fatturazione, comunicazione, social media. Pensavi che fosse facile lavorare con la voce, eh?! E se scegli di essere un libero professionista - ossia un cane sciolto ma disponibile a mangiare croccantini anche nelle case degli altri - il percorso è ancora più impegnativo. E non è finita. L’altro giorno un giovane collega mi ha chiesto di illuminarlo sul tema delle royalties che vanno riconosciute a un interprete-esecutore di comunicati pubblicitari, voice over, documentari, ecc. Il tema è vasto e variegato. Ma prima di addentrarci nell’oscurità della selva dobbiamo chiarire tre aspetti fondamentali:

cosa sono i diritti?
a chi vanno riconosciuti?
come vanno calcolati?

Chiariamo una questione importante ma troppe volte ignorata. Eppure potenzialmente determinante per moltiplicare il fatturato di un doppiatore pubblicitario.

 

 

DIRITTI E CONNESSI: MA PER QUANTO TEMPO?

Il tema dei diritti spesso viene ignorato. Ma una cosa è certa: i diritti - anche detti royalties - vanno riconosciuti. Sempre. Ancora di più in alcuni casi che vedrai tra poco.
Chiarito questo, possiamo rispondere alla prima delle domande:

cosa sono i diritti?

I diritti sono corrispettivi economici - aggiunti alla realizzazione del progetto - che devono essere riconosciuti all’interprete-esecutore di comunicati commerciali a diffusione nazionale trasmessi su radio e Tv. Non solo. I diritti vanno calcolati anche su lavorazioni destinate ai siti web e ai social network.
Facile? Non proprio. Perché bisogna sapere dove e quando!
Che cosa significa e come si calcolano i diritti lo vedrai tra poco.
Intanto ti faccio notare che esiste la legge 80/41 basata sulla protezione del diritto d’autore. Questo è il passaggio che ci interessa:

“l'artista interprete o esecutore, anche in caso di cessione del diritto di noleggio ad un produttore di fonogrammi o di opere cinematografiche o audiovisive o di sequenze di immagini in movimento, conserva il diritto di ottenere un'equa remunerazione per il noleggio concluso dal produttore con terzi. Ogni patto contrario è nullo.”

Questo è un passaggio determinante per rendere giustizia alla questione dei diritti. Perché a chi ci mette la voce spetta un riconoscimento economico oltre all’interpretazione e alla convocazione se prevista. Questo riconoscimento va concordato a valle del progetto. Non dopo! Ed è regolamentato - oltre che dalla legge - anche da associazioni che si occupano di tutelare il nostro lavoro. Che tu ne faccia parte o meno non è fondamentale. Ma è importante conoscerne l’esistenza e il settore d’applicazione.
Dunque ricorda il passaggio che hai letto poco fa, riferisci al committente e impugna la legge in caso di controversia!
Perché può capitare che i diritti non ti vengano riconosciuti a meno che non sia tu a chiederli.

COME SI CALCOLANO I DIRITTI?

Quindi analizziamo un altro punto della questione. Come si calcolano i diritti?
Prima di tutto devi sapere dove è destinato il progetto. Se il video a cui hai prestato la voce è destinato al sito web del cliente è un conto. Ma se la sua destinazione è la Tv nazionale è un altro conto. E ti assicuro che il tuo portafoglio sarà felice di avere notizie.
Prendendo in considerazione la seconda ipotesi - Tv nazionale - sappiamo che il trattamento economico riversato sui diritti varierà in base al periodo di messa in onda e su quali canali. I canali della nostra Tv nazionale sono Rai 1, 2, 3; Rete 4, Canale 5, Italia, La7, ecc. Mentre Sky - pur essendo una piattaforma a diffusione nazionale - ha delle variazioni.
Ti faccio un esempio:

 

Spot pubblicitario da 30”
Destinazione Tv nazionale
5 canali (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Canale 5, Italia 1)
Durata 4 settimane
Costo: 1000 euro

 

Mille euro è quanto incasserai per questo progetto. Al quale dovrai aggiungere circa 200 euro se è prevista la convocazione.
Ti sembrano tanti? Forse perché non immagini quanto investe un’azienda per pubblicizzare i propri prodotti sulle Tv nazionali…

In ogni caso si tratta di un esempio. E in quanto tale è soggetto a personalizzazioni dettate dal rapporto col cliente, prezzo forfettario e quant’altro.
Il mercato è in continua evoluzione e complice la difficile reperibilità di informazioni si rischia di cadere a picco ancora prima di cominciare.
Per questo è bene informarsi e farsi trovare pronti all’appuntamento.

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Hai presente quando sei su una pagina web e si apre quel pop-up che ti informa di essere il millesimo visitatore? Ecco, in questi giorni stavo osservando l’archivio dei lavori a cui ho preso parte e mi sono accorto di aver raggiunto - e superato - la cifra dei 1000 spot registrati. Parlo soltanto di spot pubblicitari e non sto considerando quelli destinati alla televisione; oltre agli e-learning, documentari, voice over, doppiaggi e altre produzioni. Tagliato il traguardo ho pensato alla domanda posta dai diversi allievi del mio corso di dizione: come hai fatto?

FIDATI DI COSTANZA

Come ho fatto? Se fossimo nell’ambiente del marketing parleremmo di Segreto per raggiugere il successo. Ma io non ho segreti da svelare e tantomeno misteri nascosti. Ti dico semplicemente le cose come stanno. Fidati di costanza, quindi. Costanza non è una bella donna dalle forme generose ma una tra le vie da percorrere per chi svolge il mestiere di speaker e doppiatore. Costanza è quella via a cui devi puntare quando ti approcci a questa professione. Ed è la via che devi continuare a percorrere se ne fai già parte. In altre parole: devi dedicare tempo davanti al microfono. Devi conoscere il microfono e fare in modo che lui conosca te, la tua voce e i tuoi sentimenti. Questo è un patto d’amore. Ma se costanza fosse una donna è così che dovrebbe essere.

AMA IL TUO LAVORO

La metafora dell’amore mi sembra la più azzeccata quando si parla del nostro lavoro. Perché questa è una professione bellissima ma ha anche dei difetti che, talvolta, individuiamo come ostacoli. Questo mestiere ha bisogno di tanto calore. Quindi non dirò una c******a se dico che questo lavoro si esegue prima di tutto col cuore. Dopo c’è la testa, chiaro. Poi la voce. Ma è sempre di anima ed emozioni che parlo. Voglio dire che per dare voce a migliaia di cose significa che hai dato l'anima per il tuo lavoro. E l’anima ha bisogno di essere alimentata dalla costanza per ottenere il risultato che desideri.

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Alcuni giorni fa ho visto il video di un talentuoso aspirante speaker e doppiatore che con la telecamerina dello smartphone ha registrato una sua performance mentre si cimentava nella lettura di una poesia o di uno spot pubblicitario. Il video è stato pubblicato su Facebook, Instagram o è arrivato direttamente nella mia posta. Non è questo l’importante. L’importante è che questo aspirante speaker e doppiatore è bravo, ha una bella voce*, e riesce addirittura ad applicare delle regole fondamentali del mestiere. Ma ha un problema. Dice: qual è il problema?  

Il problema di questo talentuoso aspirante speaker e doppiatore è il suono riprodotto dalla sua performance. È un suono “ambientale”, ai limiti del cavernicolo. Siamo in cameretta, infatti. E questo è luogo in cui il nostro passerà la notte sognante sperando di diventare un professionista del settore.
Dicevo, dunque, che il problema è l'ambiente.
Tutti sanno che avere un buon suono equivale a indossare una camicia stirata, la stessa che metterai al colloquio di lavoro. Un buon suono è quindi il proprio biglietto da visita. E non parlo del suono della voce, quello viene dopo. Parlo dell'ambiente che circonda la nostra performance. Non a caso la prima cosa che viene decretata professionale o poco professionale è proprio il suono. E avrei esempi concreti di speaker scartati a priori - seppur tecnicamente bravi - proprio perché si sono presentati all’appuntamento con la camicia sgualcita. Che nel nostro caso è un suono orribile.

Quindi dirò che la prima regola per entrare a far parte - e sopravvivere a lungo - nel mondo del voice over è avere un buon suono. Siamo nel campo dello smart working, chiaramente. Smart working che, per inciso, abbiamo inventato noi molto tempo prima che arrivasse la pandemia da coronavirus. Dice: come ottengo un buon suono?
Semplice. Basta occuparsi dell'insonorizzazione del posto in cui abbiamo deciso di dare voce al nostro talento. Dunque dovrai occuparti dei riflessi vocali che normalmente rimbalzano da parete a parete e da pavimento a soffitto. Potrai attaccare pannelli insonorizzati alle pareti se registri in una stanza adatta alla ricostruzione, oppure potrai usare gli stessi pannelli insieme a delle tende insonorizzanti chiudendoti come se fossi in un camerino. L'alternativa è acquistare una cabina insonorizzata. Più professionale sarà l’idea, più contributi economici dovrai prevedere.

Ma ricorda: l'ambiente in cui registri è la tua camicia stirata. Un microfono super professionale e costoso come il Neumann U87 che uso io, insieme alla scheda audio Apollo Twin, non faranno di te un professionista se trascuri i dettagli. E i dettagli fanno la differenza.   

*avere una "bella voce" non significa niente

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“Bisogna convincere chi guarda a visitare il paese che si narra nel video”.
Bene. E poi?
Poi niente, il video non c’è!
E neanche il copione.
Ho recuperato questa “consegna” dopo averla congelata per un po’, ripescandola da un noto portale che raggruppa speaker pubblicitari e doppiatori al servizio del cliente. Un portale che consente a noi di aggiungere lavoro al lavoro che già si possiede, e al cliente di trovare la voce giusta. Operazione possibile, quindi, tramite il rapporto di ricerca. Il problema è che spesso il cliente - bontà sua - ignora quei processi che conducono al risultato finale. Processi fondamentali per i quali non è stato istruito, primo tra questi la formulazione della richiesta.

DOMANDA DIRETTA

Questo non è un tentativo di rimprovero al cliente, sia messo per iscritto!
Si tratta piuttosto di un riscontro statistico verificato negli anni e supportato dallo scambio solidale tra colleghi.
Dire “bisogna convincere chi guarda a visitare il paese che si narra nel video” equivale a non aver detto niente. Certo la nostra esperienza ci consente di leggere tra le righe, di immaginare un sottotesto alla richiesta e raggiungere comunque il risultato. Resta il fatto che troppe volte sembra mancare quella chiarezza che consente allo speaker di concretizzare velocemente il lavoro.
Per carità, ripeto: il cliente non è responsabile di un’istruzione che nessuno gli ha dato.

SOTTOTESTO IMMAGINARIO

Dunque un doppiatore esperto sa che sotto la richiesta si nasconde la parola “convincere”, relativamente all’esempio in oggetto. In termini di speakeraggio e doppiaggio, “convincere” significa usare un tono persuasivo e accogliente, senza eccedere su bassi e alti. Resta un’interpretazione alla richiesta, e non è detto che sia quella giusta. Il rischio è che dopo la prima incisione ci si troverà costretti a farne un’altra fin quando cliente e doppiatore trovino - finalmente - un punto d’incontro.
Il problema, dicevo, è che il cliente fa - giustamente - il cliente. E se non è istruito ignora ciò di cui avrebbe bisogno lo speaker: indicazioni chiare. In caso contrario si rischia solo di perdere… tempo!

COSA FARE?

Non c’è altro modo: la soluzione è la chiarezza. Ai miei clienti chiedo chiarezza, suggerisco di tirare fuori tutto quello che passa per la testa. Suggerisco allora di inoltrare esempi: immagini, video con voice over originale (se in lingua straniera), voci che fungano da esempio. Tutto questo può tornare utile se non si riesce a trasmettere a parole il contenuto del messaggio. Ma se il cliente è chiaro con la domanda, la risposta dello speaker sarà sicuramente corrispondente. Perciò basterebbe svuotare l’intero sacco senza timore di essere fraintesi o di esagerare. Anche se uno speaker con esperienza riuscirà persino a infilare la chiave in una porta senza serratura.

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DANIELE CAMPANARI
Doppiatore professionale - Voice over artist

Info e contatti
info@danielecampanari.it
tel: 380 2866152

P.I.:02767890599