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Immaginiamo di dover comprare una nuova lavatrice. Dobbiamo comprarla perché quella che usavamo fino a ieri si è rotta. Puntavamo molto su di lei, avevamo pensato a un futuro insieme tra coppie di calzini introvabili e t-shirt biancoverdi per errore. Ma non è così: la lavatrice piange un colore azzurro detersivo dal suo unico grande oblò. Porca paletta! Adesso per comprare una lavatrice nuova dobbiamo tirare fuori i soldi. 
Consumato il dramma, quanto siamo disposti a spendere per avere una nuova lavatrice?

SPEAKER E LAVATRICI 

È una tragedia economica, certo, però bisogna pur guardare avanti. Magari in direzione del rivenditore di lavatrici. Ora non voglio paragonare speaker e doppiatori alle lavatrici - va be, lo sto facendo! - anche se con determinate abilità i nostri possono trasformare il tuo video da così a così. Comunque la riflessione punta all’aspetto economico: quanto siamo disposti a spendere per uno speakeraggio professionale?
Prima però torniamo alla lavatrice. Immaginiamo, ancora, di essere di fronte a due diverse lavatrici: una è silenziosa e tecnologica; l’altra è rumorosa e fuoritempo. Eppure entrambe sono bianche, sembrano uguali! Potremmo pensare allora che le due lavatrici si comportino allo stesso modo. In fondo sono lavatrici e devono fare quello per cui sono nate, cioè lavare i panni sporchi. Però, amico mio, non è così.

LAVATRICE PROFESSIONALE O NON PROFESSIONALE 

La prima lavatrice, che per convenzione chiameremo Uno, ha caratteristiche attuali ma un costo importante. La seconda lavatrice, che qui chiameremo Due, ha rare qualità tecniche ma costa decisamente meno dell’altra. Ora si decide il futuro del nostro acquisto.
Compreremo una bella lavatrice o una brutta lavatrice?
Compreremo una voce professionale o una voce non professionale? 
Difficile rispondere univocamente: ognuno ha un personale pensiero e anche un proprio budget. La cosa importante è comprare con consapevolezza.
Ma se comprassi la Uno avrei un risultato garantito. Perché usa materiali tecnici professionali e la sentiamo bene anche soltanto avvicinando l'orecchio all'oblò. L’acquisto sarà un investimento sicuro e a lungo termine.
Qualora comprassi la Due invece - che ha un assemblaggio approssimativo e produce un suono sgradevole oltre a creare un effetto rimbombo -  dovrei fare i conti con un prodotto scadente che, nel breve periodo, sarà sostituito. Dice: l’ho pagata poco! Eh, amico mio: vale poco.

SPEAKER DA 10 EURO 

Adesso smetto di parlare di lavatrici. Parliamo di speaker e doppiatori. Purtroppo in alcuni luoghi loschi di questo splendido settore esiste la tendenza a concludere la compravendita a basso costo. Parlo di costi equivalenti a due panini. Qualora non fosse chiaro il prezzo dei panini, dico che non si può vendere uno speakerato a 10 euro. Puoi acquistarlo, certo, ma non avrai un buon risultato. Perché lo speaker che si è venduto a 10 euro varrà 10 euro. Mi dispiace per lui ma non esiste ragione che mi faccia dire il contrario. Così come lo speaker venduto, che so, a 100 euro varrà esattamente la cifra che hai acquistato. Ci sono diversi motivi per cui dico questo. Ma non li tratterò adesso, dovrai pazientare l'uscita della prossima chiacchierata. 
Nel frattempo ti invito a fare una prova. 
Contatta due speaker: un professionista e un non professionista. Quindi confronta il percorso lavorativo, valuta il passaggio in questo mondo artistico, ascolta i lavori recenti e verifica con quali strumenti tecnici confezionano il prodotto che hai chiesto. Se vuoi ottenere un risultato professionale devi rivolgerti a un professionista. E il professionista costa quanto una lavatrice silenziosa e tecnologica. Perché sa dare molto più colore alle parole.

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Mi chiamo Daniele Campanari, sono un doppiatore e speaker pubblicitario professionista. Puoi ascoltare la mia voce in tutta Italia e nel mondo. 
Ogni giorno mi metto al servizio per grandi e piccole imprese. La mia voce viene scelta per campagne pubblicitarie nazionali in TV, su canali Mediaset e satellitari; e radiofoniche in onda su Rtl 102.5, Radio 105, Radio 24, Radio Rai, Radio Italia.
Ho lavorato per TIM, Mulino Bianco, IKEA, Trivago, Michelin, Edison, UCI Cinemas, Del Monte e molti altri. 
 
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Se viene definito il Re dei microfoni un motivo ci sarà. D’altronde ogni studio professionale ne possiede almeno uno, ed è considerato uno standard a livello internazionale. Dal doppiaggio cinematografico allo speakeraggio pubblicitario: il Neumann U87 Ai è il microfono per eccellenza.

IL RE DEI MICROFONI

Ogni microfono marchiato Neumann è sinonimo di qualità. Questo è ciò che possiamo dire oggi dopo anni di utilizzo. Ma nel 1928, quando la casa tedesca veniva fondata da Georg Neumann ed Erich Rickmann, non fu subito così. Questione di esordi, chiaramente, c'è voluto tempo prima che la serie Neumann venisse considerata uno standard professionale nel mondo. Anche se da subito si capì che aveva qualcosa in più della concorrenza. Quando si è arrivati alla conclusione non c’è stato più spazio a dubbi: il Neumann U87 Ai è il Re dei microfoni.

UNO STANDARD PROFESSIONALE

Ufficialmente il Neumann U87 è nato nel 1967, ha attraversato l'evoluzione tecnologica ed è stato prodotto in tre versioni: la prima, U87  I, è uscita di scena nel 1986; la seconda è l'U87 A; mentre la terza versione, quella attualmente prodotta, è la U87 Ai. Le differenze tra le versioni vanno ricercate nei componenti elettronici, con la capsula che resta invariata. Una delle caratteristiche che rende il Neumann U87 il microfono da studio più usato al mondo è la molteplicità d’uso in ambito vocale, tant’è vero che le applicazioni possono essere svariate. È perfetto per molti tipi di voce, viene utilizzato negli studi di doppiaggio professionali e in quelli di registrazione. L’unico difetto - se si può definire tale - è il costo elevato. Il Neumann U87 Ai supera i 2mila euro.

SUA MAESTA' NEUMANN U87 AI

E adesso è nel mio studio a far coppia con l'Aston Spirit - altro grande microfono dell'era moderna - pronto per essere usato in tutti gli ambiti della registrazione vocale. Per me è un grandissimo piacere poter lavorare con questo microfono che garantisce una qualità sonora al di fuori del comune. Parliamo di un microfono riconosciuto a livello mondiale che non può mancare in uno studio di alto livello.

 

Lo chiamano Smart Working perché Lavorare da casa suona troppo italiano. Linguaggio a parte, questo è uno dei grandi temi del periodo emergenza coronavirus. I decreti governativi vengono aggiornati di giorno in giorno, le restrizioni diventano sempre più importanti e impotenti assistiamo alla chiusura di piccole e grandi attività. Tra queste figurano gli studi di registrazione e doppiaggio, giustamente considerati “poco necessari” quando la salute occupa il primo posto. Applicato il lucchetto alle sale, come se la cavano gli speaker e doppiatori?

#LORORESTANOACASA

Restano a casa, chiaramente. Però come si direbbe verso Houston, abbiamo un problema. Il problema è che a casa non si lavora. Sembrerebbe. Lo chiamano Smart Working perché ammettere che si tratta di routine per alcuni è fin troppo specifico. Per questi, infatti, lavorare da casa è un’abitudine consolidata. I nostri hanno una scrivania sulla quale poggiare un computer, un microfono e una scheda audio; uno studio recording trattato acusticamente. Fanno tutto (o quasi) da lì. La somma delle cose dà per risultato un luogo, e un luogo è un fatturato che, per i professionisti, è l’ideale seguito di una comprovata produzione vocale.

DOPPIARE DA CASA, SI O NO?

Ma nelle ultime ore assistiamo allo scontro invisibile tra il covid-19 - un potente stronzo - e il grande dubbio legato alla possibilità di continuare - o iniziare - a produrre vocali anche tra le mura domestiche. E non parlo di WhatsApp. Eppure si tratta di un dubbio che pare abbia tolto il sonno alle grandi produzioni. Quindi: se le sale sono chiuse, a chi viene affidato il lavoro? 

La domanda non è scontata, anzi, ha accesso un dibattito interessante. Ed è il motivo per cui ne sto scrivendo.
Possono i doppiatori doppiare da casa?
La risposta, per me, è sì. Ma a piccole dosi.

NON È DOPPIAGGIO SUL DIVANO

Chi ha investito molti soldi per allestire uno studio di registrazione personale sa come si svolge il mestiere da speaker e doppiatore. Perché prima di realizzare uno studio è passato per le sale di registrazione o doppiaggio, e continua a passarci perché una presenza non esclude l’altra. Quindi sa di cosa parla. Per questo dico che doppiare da casa è possibile ma solo in parte.
Cosa possiamo doppiare, allora, dal nostro studio?
Pubblicità e altre produzioni che non hanno bisogno di un impiego lungo e ferocemente attoriale. Anche se in sync, il problema non è questo. Parliamo sempre di doppiaggio, ma non è il grande doppiaggio cinematografico che ci ha reso celebri.

Inoltre se prevedessimo di doppiare TUTTO da casa, per assurdo il personaggio principale di un grande film, verrebbe meno la catena umana che si sintetizza nel lavoro del doppiatore. A casa il doppiatore sarebbe abbandonato a sé stesso; nessun direttore a dirigerlo e nessun fonico a sistemare il fiato. Nessun assistente a confermare che sì, era buona quella frase!
Il doppiaggio è un affare per attori e ricco di tecnica. Non a caso si parla di tecnica del doppiaggio.
Da fuori il doppiaggio è sempre stato visto come un’arte applicata in una sala buia e insonorizzata, una sala dove viene eseguita una particolare magia. Doppiare dal proprio studio professionale è possibile, a patto che si verifichino tutte le condizioni.
Ma nessuno sarà così ingenuo da credere di trasferire - seppure momentaneamente - il mestiere del doppiatore in un altro luogo che non sia quello magico di una sala buia.

 

“Bisogna convincere chi guarda a visitare il paese che si narra nel video”.
Bene. E poi?
Poi niente, il video non c’è!
E neanche il copione.
Ho recuperato questa “consegna” dopo averla congelata per un po’, ripescandola da un noto portale che raggruppa speaker pubblicitari e doppiatori al servizio del cliente. Un portale che consente a noi di aggiungere lavoro al lavoro che già si possiede, e al cliente di trovare la voce giusta. Operazione possibile, quindi, tramite il rapporto di ricerca. Il problema è che spesso il cliente - bontà sua - ignora quei processi che conducono al risultato finale. Processi fondamentali per i quali non è stato istruito, primo tra questi la formulazione della richiesta.

DOMANDA DIRETTA

Questo non è un tentativo di rimprovero al cliente, sia messo per iscritto!
Si tratta piuttosto di un riscontro statistico verificato negli anni e supportato dallo scambio solidale tra colleghi.
Dire “bisogna convincere chi guarda a visitare il paese che si narra nel video” equivale a non aver detto niente. Certo la nostra esperienza ci consente di leggere tra le righe, di immaginare un sottotesto alla richiesta e raggiungere comunque il risultato. Resta il fatto che troppe volte sembra mancare quella chiarezza che consente allo speaker di concretizzare velocemente il lavoro.
Per carità, ripeto: il cliente non è responsabile di un’istruzione che nessuno gli ha dato.

SOTTOTESTO IMMAGINARIO

Dunque un doppiatore esperto sa che sotto la richiesta si nasconde la parola “convincere”, relativamente all’esempio in oggetto. In termini di speakeraggio e doppiaggio, “convincere” significa usare un tono persuasivo e accogliente, senza eccedere su bassi e alti. Resta un’interpretazione alla richiesta, e non è detto che sia quella giusta. Il rischio è che dopo la prima incisione ci si troverà costretti a farne un’altra fin quando cliente e doppiatore trovino - finalmente - un punto d’incontro.
Il problema, dicevo, è che il cliente fa - giustamente - il cliente. E se non è istruito ignora ciò di cui avrebbe bisogno lo speaker: indicazioni chiare. In caso contrario si rischia solo di perdere… tempo!

COSA FARE?

Non c’è altro modo: la soluzione è la chiarezza. Ai miei clienti chiedo chiarezza, suggerisco di tirare fuori tutto quello che passa per la testa. Suggerisco allora di inoltrare esempi: immagini, video con voice over originale (se in lingua straniera), voci che fungano da esempio. Tutto questo può tornare utile se non si riesce a trasmettere a parole il contenuto del messaggio. Ma se il cliente è chiaro con la domanda, la risposta dello speaker sarà sicuramente corrispondente. Perciò basterebbe svuotare l’intero sacco senza timore di essere fraintesi o di esagerare. Anche se uno speaker con esperienza riuscirà persino a infilare la chiave in una porta senza serratura.

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DANIELE CAMPANARI
Doppiatore professionale - Voice over artist

Info e contatti
info@danielecampanari.it
tel: 380 2866152

P.I.:02767890599