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Lunedì, 23 Marzo 2020 20:10

I DOPPIATORI RESTANO A CASA... PER DOPPIARE?

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Lo chiamano Smart Working perché Lavorare da casa suona troppo italiano. Linguaggio a parte, questo è uno dei grandi temi del periodo emergenza coronavirus. I decreti governativi vengono aggiornati di giorno in giorno, le restrizioni diventano sempre più importanti e impotenti assistiamo alla chiusura di piccole e grandi attività. Tra queste figurano gli studi di registrazione e doppiaggio, giustamente considerati “poco necessari” quando la salute occupa il primo posto. Applicato il lucchetto alle sale, come se la cavano gli speaker e doppiatori?

#LORORESTANOACASA

Restano a casa, chiaramente. Però come si direbbe verso Houston, abbiamo un problema. Il problema è che a casa non si lavora. Sembrerebbe. Lo chiamano Smart Working perché ammettere che si tratta di routine per alcuni è fin troppo specifico. Per questi, infatti, lavorare da casa è un’abitudine consolidata. I nostri hanno una scrivania sulla quale poggiare un computer, un microfono e una scheda audio; uno studio recording trattato acusticamente. Fanno tutto (o quasi) da lì. La somma delle cose dà per risultato un luogo, e un luogo è un fatturato che, per i professionisti, è l’ideale seguito di una comprovata produzione vocale.

DOPPIARE DA CASA, SI O NO?

Ma nelle ultime ore assistiamo allo scontro invisibile tra il covid-19 - un potente stronzo - e il grande dubbio legato alla possibilità di continuare - o iniziare - a produrre vocali anche tra le mura domestiche. E non parlo di WhatsApp. Eppure si tratta di un dubbio che pare abbia tolto il sonno alle grandi produzioni. Quindi: se le sale sono chiuse, a chi viene affidato il lavoro? 

La domanda non è scontata, anzi, ha accesso un dibattito interessante. Ed è il motivo per cui ne sto scrivendo.
Possono i doppiatori doppiare da casa?
La risposta, per me, è sì. Ma a piccole dosi.

NON È DOPPIAGGIO SUL DIVANO

Chi ha investito molti soldi per allestire uno studio di registrazione personale sa come si svolge il mestiere da speaker e doppiatore. Perché prima di realizzare uno studio è passato per le sale di registrazione o doppiaggio, e continua a passarci perché una presenza non esclude l’altra. Quindi sa di cosa parla. Per questo dico che doppiare da casa è possibile ma solo in parte.
Cosa possiamo doppiare, allora, dal nostro studio?
Pubblicità e altre produzioni che non hanno bisogno di un impiego lungo e ferocemente attoriale. Anche se in sync, il problema non è questo. Parliamo sempre di doppiaggio, ma non è il grande doppiaggio cinematografico che ci ha reso celebri.

Inoltre se prevedessimo di doppiare TUTTO da casa, per assurdo il personaggio principale di un grande film, verrebbe meno la catena umana che si sintetizza nel lavoro del doppiatore. A casa il doppiatore sarebbe abbandonato a sé stesso; nessun direttore a dirigerlo e nessun fonico a sistemare il fiato. Nessun assistente a confermare che sì, era buona quella frase!
Il doppiaggio è un affare per attori e ricco di tecnica. Non a caso si parla di tecnica del doppiaggio.
Da fuori il doppiaggio è sempre stato visto come un’arte applicata in una sala buia e insonorizzata, una sala dove viene eseguita una particolare magia. Doppiare dal proprio studio professionale è possibile, a patto che si verifichino tutte le condizioni.
Ma nessuno sarà così ingenuo da credere di trasferire - seppure momentaneamente - il mestiere del doppiatore in un altro luogo che non sia quello magico di una sala buia.

 

Letto 3259 volte Ultima modifica il Lunedì, 23 Marzo 2020 20:48
Daniele Campanari

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